As part of the project “From 0 to Infinity” , this sculpture is developed through the presence of numbers, universal symbols that transcend cultures and eras, representing concepts of continuity, connection and infinity.
Their seemingly random arrangement suggests an incessant flow of thoughts, data, information and possibilities, in a world where mathematics is omnipresent, sometimes unobtrusively, sometimes intrusively.
Here, numbers are not cold and impersonal, but vibrate with energy, becoming an integral part of the urban and visual narrative.
“The Missing Corner” thus imposes itself as a visual landmark, an interruption in the monotony of urban architecture that surprises and stimulates reflection.
For the motorists who drive along the street every day, for the passers-by who linger there, the work becomes an invitation to rediscover the space around us with new eyes, to question the meaning of absence and presence, chaos and order, reality and abstraction.
Il gioco di pieni e vuoti, l'alternanza di livelli e superfici, la apparentemente caotica ma in realtà armoniosa degli elementi, tutto contribuisce a dare alla scultura un senso di movimento che si contrappone alla staticità dell'architettura.
L'angolo non è più un semplice limite spaziale, ma diventa un punto di fuga, un'apertura visiva che invita l'osservatore a guardare oltre, ad esplorare la profondità e la tridimensionalità dell'opera con lo sguardo e con la mente.
Come parte del progetto "From 0 to Infinity" , questa scultura si sviluppa attraverso la presenza di numeri, simboli universali che trascendono le culture e le epoche, rappresentando concetti di continuità, connessione e infinito.
La loro disposizione, apparentemente casuale, suggerisce un flusso incessante di pensieri, dati, informazioni e possibilità, in un mondo in cui la matematica è onnipresente, a volte in maniera discreta, altre volte in modo invadente.
Qui, i numeri non sono freddi e impersonali, ma vibrano di energia, diventando parte integrante della narrazione urbana e visiva.
"L'Angolo Mancante" si impone così come un punto di riferimento visivo, un'interruzione nella monotonia dell'architettura urbana che sorprende e stimola la riflessione.
Per gli automobilisti che percorrono la strada ogni giorno, per i passanti che vi si soffermano, l'opera diventa un invito a riscoprire lo spazio che ci circonda con occhi nuovi, a interrogarsi sul significato dell'assenza e della presenza, del caos e dell'ordine, della realtà e dell'astrazione.
Più che una semplice installazione, questa scultura è un'esperienza: un frammento di infinito incastonato nella città, un'ombra che diventa luce, un'assenza che si fa presenza.